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Musli, profugo da piccolo. Oggi italiano a tutti gli effetti

Ha fondato l’associazione Stay Human. “Ancora odio e rancore per chi viene valutato diverso”

Di Fiore Manzo

Musli Alievski, è nato in un piccolo paesino della Macedonia ma è cresciuto in Italia.

È arrivato, specifica, all’età di un anno in Italia come profugo, scappando da quella che oggi è definita ex Jugoslavia. Appena arrivato in questo paese, ha vissuto in un “campo nomadi” fino all’età di sedici anni.

“Ho vissuto le problematiche del campo – chiosa Musli - gli scontri al suo interno, le difficoltà di alcuni dal poterne uscire, ragazzi privati di ogni speranza per il futuro solo perché l’indirizzo sulla loro carta d’identità era quello del campo. Poi l’assistenzialismo...”. 

Sui ‘campi nomadi’ dice che andrebbero superati “con alloggi per evitare che venga lesa la dignità umana, e  per permettere a tutti di vivere dignitosamente. Sul pregiudizio e gli stereotipi sostiene che siano molto radicati, e spesso le persone associano la parola rom ai ‘campi nomadi’ e all’eteronimo ‘zingaro’.

Continua specificando: “Per esempio io ho scoperto di essere zingaro il mio primo giorno di scuola, prima sapevo di essere solo un bambino. Oggi più che mai bisogna informare e sensibilizzare il maggior numero di persone possibili; il clima attuale è un clima pervaso di odio e rancore verso chi viene reputato come “diverso”. Noi dell’associazione Stay Human, di cui sono il fondatore, ci rimbocchiamo le maniche e aiutiamo chi è in difficoltà sia in Italia che all’estero”.

 

 

Da Il Meridione 06/03/2019

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