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L’anima Rom, saggi di letteratura romanì

Sconosciuta ai più esiste una produzione letteraria ed una poesia del popolo rom

Di Fiore Manzo

Ti sarà capitato di sentire dire da qualcuno che la popolazione romanì oltre ad essere “nomade” sia anche priva di scrittura. Se ti dicessi che, invece, esiste una ricca letteratura romanì?

Lo so che è qualcosa che ti lascia sorpreso ma anche gli appartenenti alle comunità romanès hanno il dono della scrittura, oltre a quello della musica, che sin dal secondo 1800 ha iniziato a proliferare rimanendo in alcuni posti del mondo sconosciuta o ignorata. Il professore Santino Spinelli ha curato un saggio sulla letteratura romanì dal titolo o romano gì Gì.

L’anima Rom saggi di letteratura romanì edito da editoria Romanì. Spinelli nel saggio specifica che la prima poetessa romanì è stata una donna, ovvero, Gina Ranijcic che scrisse un libro dal titolo “Canti Zingari” pubblicato in Svezia nel 1864. Nell’Unione Sovietica dal 1925 prese vita, invece, un movimento letterario e viene pubblicato il periodico Nuovo cammino (nevo drom) in lingua romanì.

Fra le poetesse più conosciute vi è “Papusa” il cui vero nome è Bronislawa Wajs. Il professore Spinelli sottolinea come il pieno sviluppo della produzione letteraria romanì avvenne durante la seconda metà nel Novecento. Da ricordare autori come: Slobodan Berberski (1919-1989); Leksa Manus (Russia); Alija Krasnici (Kossovo); Margarita Reisnerovà (Belgio) e In Italia lo stesso Santino Spinelli; Giulia di Rocco e Demir Mustafa.

Spinelli definisce la poesia Romanì, in un altro suo libro Rom Genti libere. Storia, arte e cultura di un popolo misconosciuto edito da Dalai editore, come “ lo specchio fedelissimo del sentimento di un popolo oppresso nell’anima, la cui voce si eleva al cielo per chiedere di poter esistere con i propri valori e la propria romanipè (identità ndr) e di poter vivere senza subire ulteriori ingiustizie”.

 

Poesie tratte da o romanò gí. 

Davanti a noi

(Rajko Djuric)

 

Davanti a noi

L’acqua non si sperdeva 

Il fuoco non si spegneva 

Il vento baciava le foglie

 

Davanti a noi

La terra era incinta

nessuno osava toccare il suo cuore Nemmeno la rugiada

Né la formica

 

Davanti a noi

Le fiere erano in pace silenti

Gli alberi gioivano al ritorno degli uccelli Per loro i fiori intessevano nidi Fratellanza regnava fra i pesci

Davanti a noi

Il vento dava voce alle alture L’acqua mormorava nelle profondità Il fuoco illuminava i sogni

Davanti a noi Né urlo

 

Né grido Né piango Né sorriso

Davanti a noi Né tomba

Né casa.

 

 

Non voglio

(Leksa Manus)

 

Non voglio che le mie canzoni 

Giacciano nella mia anima 

Voglio come gli uccelli

Volino verso il grande sole.

 

Che percorrono tutta la terra,

Che le ascoltino i boschi,

I fiori e l’umile erba...

I bambini... Le donne... Gli uomini...

 

Non voglio che i miei pensieri 

Muoiano nella mia testa. 

Voglio che come fiori 

Crescano dentro gli altri.

 

Voglio una piccola cosa: 

Che trovino la strada 

Per portare il mio amore 

Ai cuori dei rom.

 

Donna Romnì

(Nada Braidich)

 

Donna romnì, 

Donna solitudine, 

Sogni soffocati.

 

Donna Romnì, 

Donna solitudine, 

Sogni la libertà, 

Trovi rimproveri, 

Non li capisci, 

Non ti capiscono.

 

Donna Romnì,

Donna solitudine,

Non è questa la vita che volevi, 

Non è questo il mondo che sognavi.

 

Dentro di te

Cerchi il perché,

Perché così, perché a te.

 

C’È nel mondo 

Dentro il tempo

 

Un angolo tutto tuo 

Dove essere te stessa 

Dentro e fuori di te?

Donna romnì, 

Donna solitudine.

 

 

Di Fiore Manzo

 

Da Il Meridione 12/12/2018

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